Cosa fa una psicologa?
“Anche io avrei voluto studiare psicologia, perché in realtà sono un po’ psicologo pure io.”
“Mia moglie è una mezza psicologa: mi capisce senza che le dico nulla”
Sono giusto due esempi dei commenti che con frequenza mi trovo ad ascoltare quando mi presento. E che esprimono chiaramente quanta confusione ci sia attorno alla figura professionale dello psicologo. Molti infatti pensano che il lavoro dello psicologo si limiti alla comprensione dei pazienti, e anche attorno a questo punto le idee sono poco chiare.
Senza dubbio la comprensione della persona che si rivolge a me per un percorso di consulenza o terapia è un elemento fondamentale del mio lavoro, ma non l’unico. Inoltre, contrariamente a quanto molti credono, noi psicologi non leggiamo la mente degli altri e non comprendiamo quello che pensano senza che lo dicano. Così come non scopriamo i segreti più reconditi delle persone guardandole dritto negli occhi!
Spesso, infatti, le persone che vengono percepite (o si auto-percepiscono) come mezzi-psicologi usano la lettura della mente, cioè interpretano pensieri ed emozioni altrui a partire dalle proprie idee e convinzioni. Questo meccanismo innanzitutto non dà la certezza di avere capito quello che realmente l’altro vive, perché non si chiede conferma delle proprie ipotesi, inoltre espone al rischio di proiezione, ossia di attribuire all’altro pensieri, emozioni e sentimenti propri (che spesso non sono accettati e riconosciuti come tali). D’altra parte chi legge la mente pensa di possedere una grande abilità nel comprendere le persone, perché sicuramente ci saranno state occasioni in cui ha “indovinato” quello che l’altro viveva. E allo stesso tempo, le persone che si sono sentite capite senza dover fare alcuno sforzo per spiegarsi possono attribuire a chi legge la mente quasi un “potere magico” di comprensione.
Da qui forse l’idea che anche gli psicologi “funzionino” allo stesso modo: in realtà noi non abbiamo la sfera di cristallo e, se chi si rivolge a noi non ci parla apertamente e sinceramente di sé, non possiamo fare molto per aiutarlo.
Come lavora una psicologa
La capacità di comprendere l’altro che noi psicologi affiniamo grazie agli studi si basa sull’empatia, ossia sulla capacità di immedesimarci nella situazione che sta vivendo l’altra persona e nei suoi stati d’animo. Logicamente gli psicologi non sono i suoi unici detentori: grazie a specifici meccanismi neuronali (il sistema dei neuroni specchio) tutti siamo capaci di comprendere i vissuti dei nostri simili.
Allora cosa ha in più una psicologa?
Innanzitutto nel percorso universitario, e ancor più in quello di specializzazione in psicoterapia, le doti naturali di empatia vengono affinate attraverso lo studio di tecniche specifiche che servono a facilitare l’espressione e la comprensione dell’altro. Queste tecniche mettono anche al riparo dall’uso della lettura della mente, perché mirano alla raccolta di dati oggettivi e alla verifica della propria comprensione dell’altro.
In secondo luogo chi studia psicologia impara anche a proteggersi da un’eccesso di empatia, quello che porta alcune persone fortemente empatiche a soffrire per questa loro caratteristica non supportata da un’adeguata capacità di distanziarsi dal vissuto emotivo dell’altro. Come psicologi, invece, impariamo a comprendere ed immedesimarci senza però lasciarci travolgere dal vissuto altrui, restando alla giusta distanza emotiva che permette di distinguere tra noi stessi e l’altro.
E poi va sottolineato come il lavoro che svolge lo psicologo (nello specifico lo psicologo clinico), per quanto parta dalla comprensione del mondo interno dell’altro, ma non si fermi affatto qui.
Se mi limitassi a comprendere quello che i miei pazienti vivono non sarei di grande aiuto per loro. Dopo aver capito le dinamiche interne di chi si rivolge a me e aver aiutato anch’egli a comprenderle, devo lavorare ad un passaggio ulteriore: aiutare a decidere se e come modificare la situazione attuale. Chi va dallo psicologo, infatti, non è soddisfatto di ciò che sta vivendo, desidera qualcosa di diverso, a volte non sa neanche bene cosa vorrebbe, molto spesso non sa come ottenerlo. Qui inizia la parte più complessa del mio compito: lavorare ad un cambiamento che dia modo ai pazienti di raggiungere uno stato di maggiore benessere.
Dopo la comprensione
Usando una metafora, potrei dire che la comprensione fornisce le fondamenta all’edificio che con ciascun paziente vado a costruire. Spesso si tratta di ricostruire l’edificio della sua vita a partire dalle rovine che quella persona porta nel nostro incontro.
Quindi, dopo aver tolto un po’ di macerie per far emergere i vissuti più profondi che ciascuno custodisce (e non di rado nasconde per paura), si passa allo scavo per le fondamenta. Questo passaggio coincide con il recupero della storia passata del paziente, per comprendere da dove hanno origine i problemi attuali e da dove deve partire il cambiamento. Con le fondamenta pronte, si può procedere con la costruzione dell’edificio vero e proprio, a partire dalle strutture portanti per concludere con gli arredamenti. Il che vuol dire che una volta compresa l’origine del problema e gli effetti che ha avuto e continua ad avere, la persona deve decidere cosa vuole di diverso per sé ed impegnarsi per un cambiamento, che sarà mio compito affiancare e sostenere con le mie competenze professionali.
Tutto questo lavoro ha bisogno di un progetto da seguire, rappresentato da un vero e proprio contratto che stipulo con ogni paziente e in cui viene indicato l’obiettivo concreto che insieme decidiamo di raggiungere per accrescere benessere del paziente stesso. Grazie a questo contratto, entrambi sappiamo cosa vogliamo costruire insieme e sapremo anche quando l’obiettivo sarà stato raggiunto, evitando così un inutile ed infruttuoso protrarsi del percorso terapeutico.
Questo a grandi i linee il mio modo di lavorare quando tratto singole persone, che è solo una parte del mio lavoro. Avrò modo di parlarne ancora nel blog così come di raccontare le altre cose che faccio, ma se hai curiosità, dubbi o domande non esitare a scrivermi nei commenti!
E se vuoi conoscere i percorsi che metto a disposizione di chi si rivolge a me clicca qui.