Sei davvero libero?
Per il dizionario Treccani la libertà è “la capacità del soggetto di agire (o di non agire) senza costrizioni o impedimenti esterni, e di autodeterminarsi scegliendo autonomamente i fini e i mezzi atti a conseguirli“.
I filosofi hanno dibattuto per secoli sulle caratteristiche della libertà e ad essi si sono aggiunti più di recente gli psicologi, nell’intento di aiutare le persone a vivere pienamente la propria libertà, senza le limitazioni dovute ai condizionamenti del passato.
Nei discorsi quotidiani parliamo solitamente di libertà intendendola come un concetto univoco, ma in realtà possiamo distinguere 3 tipi di libertà. Vediamoli insieme.
“Libertà di”
E’ quella a cui si pensa comunemente quando si parla di libertà: la libertà di fare o non fare qualcosa, come viene espresso nelle definizioni di qualsiasi dizionario.
In tale accezione la libertà è sinonimo della possibilità di scegliere senza che qualcuno o qualcosa costringa o diriga tale scelta, in autonomia. E’ anche la libertà giuridicamente intesa.
Potremmo dire che è un primo livello di libertà, la libertà di azione. Senza dubbio necessario per vivere bene, ma non ancora sufficiente per realizzarsi.
“Libertà da”
Esiste poi un secondo tipo di libertà, quella dagli impedimenti, la quale può riguardare diversi aspetti della vita che, quando ci sono, rappresentano degli ostacoli per la realizzazione delle proprie potenzialità.
Ad esempio si può essere liberi da problemi economici, da difficoltà socio-economiche che in diverso modo limitano l’accesso ai diritti per coloro che vivono in condizioni svantaggiate. Ma si può essere liberi anche dalle varie forme di dipendenza che possono rendere schiava una persona: droga, alcool, gioco, internet…
Si parla in questo caso di libertà da vincoli di natura diversa, che in diversi modi riducono la possibilità di una persona di accedere a tutte le proprie capacità e di svilupparle. Di conseguenza si può dire che solo quando c’è la libertà da è possibile riconoscere la dignità e le capacità di una persona, che allora può incanalarle verso l’autorealizzazione.
Ma ci può essere un passo ulteriore.
“Libertà per”
Il terzo tipo di libertà consiste nello scegliere volontariamente di dedicare le proprie energie ad un ideale o comunque ad un obiettivo ritenuto valido. Si basa sull’autodeterminazione e in qualche modo la supera.
Si potrebbe dire che è la possibilità di usare la propria libertà, le proprie capacità e potenzialità non solo per il proprio benessere, ma investendole in qualcosa di più grande.
Stando alle parole del filosofo ed economista inglese John Stuart Mill, che afferma che la felicità si trova dedicando la propria esistenza ad una giusta causa, potremmo dire che la libertà per è la strada per la felicità. Senza dubbio è il segreto per non rimanere ripiegati su se stessi, per aprirsi all’altro e agli altri.
E questa libertà per non potrebbe esistere e avere senso se non fosse accompagnata dalla responsabilità. Cerchiamo di comprenderne il motivo.
La responsabilità
Abbiamo visto come la libertà di e la libertà da siano essenziali per la piena realizzazione di un individuo, ma se sono vissuti solo questi primi due tipi di libertà si rischia, paradossalmente, di diventare schiavi di se stessi, del proprio egoismo, che può diventare desiderio di prevaricazione. Per questo motivo la libertà dovrebbe essere sempre accompagnata dalla responsabilità.
Potremmo definirla come la volontà di impegnare la propria libertà per qualcosa, di dedicare le proprie risorse a qualcosa, quindi in qualche modo assumere volontariamente dei limiti (ma come, proprio quelli che con la libertà ci eravamo tolti di mezzo? Sì proprio loro, ma in forma nuova!), darsi dei confini in cui muoversi per un bene maggiore.
Essere responsabili significa non ergersi a misura di tutte le cose, ma riconoscere che ci sono valori più assoluti, che possono guidare la propria esistenza e a cui si può dedicare la propria vita. Scegliere di usare la propria libertà per. E questo può essere fatto solo da chi comprende che una libertà assoluta ed assolutizzata, vissuta senza alcun senso di responsabilità, potrebbe addirittura diventare pericolosa per se stessi e per gli altri.
A che livello sei libero?
Perché oggi ho deciso di parlare di libertà e responsabilità? Perché nella nostra società, in cui fortunatamente non mancano le libertà di, siamo purtroppo sempre più spesso privi di libertà da e libertà per.
Alcuni dei vincoli che limitano la nostra libertà da sono chiamati in psicologia condizionamenti e rappresentano spesso il limite maggiore al benessere mentale e globale di una persona. Le loro origini possono essere svariate, ma di solito sono riconducibili ad esperienze negative affrontate con strategie di problem solving che, per quanto in quel momento siano parse ottimali, in seguito si rivelano inadeguate. Oppure ad esperienze che hanno portato la persona a ritenere di non essere “abbastanza” oppure di aver bisogno di cose o persone per poter “funzionare bene”, anche quando ciò non è vero.
Oltre che dai condizionamento, la nostra libertà da può essere limitata anche dalle dipendenze, da sostanze, oggetti o persone (si pensi alla simbiosi). Dipendenze che spesso nascono proprio da un eccesso di libertà di (basti pensare alla dipendenza dagli strumenti tecnologici delle nuove generazioni, e non solo!) e che finiscono per trasformare una persona libera in uno schiavo.
Dal momento che libertà di e libertà da vanno di pari passi ed è impensabile poter vivere pienamente l’una se non c’è anche l’altra, credo sia fondamentale che ciascuno si chieda se è veramente e profondamente libero da qualsiasi dipendenza o condizionamento. Che ognuno si interroghi su quanto del proprio passato limiti le proprie prospettive attuali o future o su cosa lo attira così tanto da perdere la propria libertà di azione, anche se solo in piccola parte.
Basta pensare a situazioni in cui non si è riusciti a portare a termine un progetto o a realizzare un desiderio e chiedersi quali sono state le ragioni di tale difficoltà. Oppure a situazioni in cui ci si sente sbagliati o falliti, incapaci o incompetenti, magari senza una motivazione reale. Se queste situazioni si ripetono e i motivi che le determinano sono sempre gli stessi, allora c’è un problema. E questo problema va affrontato e risolto, magari con l’aiuto di un professionista.
Anche perché chi non è libero di e libero da non può nemmeno essere libero per. E allora rischia di rimanere chiuso su se stesso, sui propri problemi o le proprie difficoltà, incapace di aprirsi ad un orizzonte più ampio di libertà e crescita. Un orizzonte di possibilità che chiama inevitabilmente in gioco la responsabilità, perché essere responsabili è l’unico modo di essere realmente liberi.
La libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono.
George Bernard Shaw