Il volto delle coppie nell’emergenza Coronavirus
Mi affaccio alla finestra di casa, ascolto il silenzio, interrotto dai giochi dei miei bimbi con il papà e mi lascio andare ai pensieri… Mi chiedo cosa stia capitando alle coppie alle prese con il Covid-19: come stanno vivendo l’emergenza che ci tiene chiusi in casa i fidanzati che da poco si sono messi insieme? E le coppie che da anni condividono la vita e la casa, ma che raramente si erano trovate 24 ore al giorno insieme per un tempo così lungo?
La reclusione che non ci permette di uscire dalle nostre dimore per fare la solita vita ci sta cambiando profondamente, muta le nostre abitudini e modifica anche il nostro modo di vivere le relazioni. Ma non è detto che debba essere sempre in negativo!
Chi desidera solo rivedersi…
Le coppie che non convivevano prima del decreto che ci ha chiusi in casa stanno vivendo tempi tristi: senza vedersi, senza poter stare insieme per il tempo che erano abituati a condividere, sopportare queste giornate sembra quasi impossibile. Penso in particolare a quei legami che non sono ancora solidi o a quelli che stavano attraversando un periodo difficile o di crisi: la lontananza forzata può avere ripercussioni importanti, laddove è più forte l’esigenza di vedersi e parlare di persona, occhi negli occhi.
Ma può anche diventare occasione per riscoprire come la distanza dilati i tempi e dia la possibilità di riflettere con calma prima di reagire, cosa che l’interazione vis à vis non sempre facilita. Questo allora può diventare, ad esempio, il tempo per tornare a scrivere lunghe lettere, invece di inviare brevi messaggi di testo. Il tempo speso a riflettere e scrivere avrà un valore maggiore, così come maggiore sarà il gusto nel leggere quelle parole meditate e non digitate freneticamente, nella velocità cui la vita ci costringe.
Questo può essere anche il tempo in cui si ammira una foto, se è impossibile incontrare il soggetto. Lasciarsi incantare da un’immagine, fermarsi ad ascoltare ciò che suscita in noi, assaporare anche la nostalgia e il dolore della mancanza, per tenere vivi i sentimenti che legano a quella persona e darsi modo di esprimerli in modo nuovo già da ora. In fondo questo doveva essere il modo in cui i nostri nonni (ma anche i nostri genitori) vivevano le relazioni: una maniera più tranquilla, ma forse più profonda di quella cui siamo assuefatti.
Per fortuna, per i meno “romantici”, la tecnologia non ci abbandona e ci permette di non essere mai totalmente lontani. Telefonate, videotelefonate, app di messaggistica e social vari ci danno l’illusione di non essere del tutto distanti, ma mai come oggi abbiamo chiaro che nulla potrà mai sostituire il calore di un abbraccio. E forse anche questo ci serviva per riscoprirne tutta la preziosità!
… e chi farebbe di tutto per non vedersi almeno per un’ora!
Dall’altra parte della barricata ci sono quelle coppie che già vivono insieme o che vivono insieme da tanti anni e che oggi sono costrette ad inventare un nuovo modo di gestire il proprio tempo condiviso. Probabilmente molto poco è cambiato per quelle in cui uno o entrambi i partner lavorano fuori casa (fatta eccezione per la gestione dei figli, quando ci sono). Ma ben diversa è la situazione delle coppie in cui entrambi i partner sono a casa, magari entrambi alle prese con lo smart working (e sempre i figli, se ci sono). E ho seri dubbi sul fatto che passeranno tutto il tempo a letto!
In queste situazioni ci si ritrova a passare dal condividere prima solo poche ore al giorno al dover ora trascorrere intere giornate ed intere settimane insieme. E non per libera scelta, né per dedicarsi un periodo di relax o di riposo, alla ri-scoperta del proprio legame.
Essere costretti insieme, in spazi piccoli o grandi, dovendo magari lavorare per molte ore, non potendo avere mai uno spazio che sia di vera solitudine è pesante. Anche per le coppie che si amano in modo autentico ed intenso.
Ed è normale che sia così! Non bisogna sentirsi in colpa per questo.
Piuttosto è bene avere in mente un paio di consigli utili. Prima di tutto ricordare che ogni partner affronta questa reclusione in modo diverso e personale: qualcuno sarà più ansioso per il pericolo sanitario, qualcun altro più nervoso a causa della reclusione, qualcuno sarà pessimista, qualcuno prenderà il tutto alla leggera… Ognuno legge e vive questa situazione extra-ordinaria sulla base della propria esperienza, di tutti quei vissuti che l’hanno portato fino ad oggi. E non è detto che due partner sperimentino questa situazione allo stesso modo! Potrebbe anche succedere che il modo di viverla di uno sia estremamente fastidioso per l’altro. Diventa quindi fondamentale rispettare il vissuto altrui (anche se non lo si comprende fino in fondo) e se possibile dedicarsi un po’ di tempo per raccontarsi come ciascuno si sente e cosa pensa di quello che sta accadendo (non della situazione in generale ma in riferimento alla propria persona o anche alla vita di coppia). Senza giudicare, offrendo ascolto empatico e sostegno, se necessario. Perché succederà che un giorno un partner sarà più demoralizzato dell’altro e, magari, che il giorno dopo la situazione si ribalti. Anche questo è normale: non siamo fatti per questa reclusione e ciascuno di noi deve trovare il proprio modo per gestire tutto quello che sta comportando… ma non è semplice e non è detto che vada sempre bene.
Un altro consiglio utile è quello di ritagliarsi sempre, ogni giorno, uno spazio di solitudine. Uno spazio che sia solo per sé. Per fare ciò che piace, quello che fa bene a sé (quindi non cucinare o fare spesa, né tagliare l’erba o sistemare il garage). Perché nella vita di tutti i giorni abbiamo spazi in cui nessuno entra ed è bene mantenerli per la propria salute mentale! Il fatto di stare a casa con il partner non ci obbliga a condividere ogni istante: non sarebbe sopportabile a lungo andare! E non vuol dire che ci amiamo di meno!
Del resto anche Gibran esortava le coppie a non perdersi mai in una eccessiva fusione dei partner: “Cantate e danzate insieme e siate lieti, ma che ognuno di voi sia solo come le corde del liuto sono sole sebbene vibrino della stessa musica”.
Un ultimo suggerimento che può essere utile riguarda gli eventuali litigi o malintesi: essere rinchiusi tra le stesse mura sembra privarci della possibilità di mettere tempo e distanza per far smaltire la rabbia. Senza dubbio per la distanza si può fare poco, ma possiamo darci il tempo per far sbollire le emozioni e far calmare anche i pensieri. Non dobbiamo risolvere per forza tutto all’istante. Il più delle volte se ci diamo tempo cominciamo a vedere le cose con occhi diversi ed è più facile superare i malintesi. Ci vorrà un surplus di pazienza in questi giorni, è vero! Ma non è detto che non sia un buon allenamento anche per quando la vita tornerà a scorrere normalmente.
Un piccolo esercizio
In qualche modo l’emergenza Coronavirus ci chiama a riscoprirci: come individui, come genitori e come coppia abbiamo un’occasione imperdibile per comprendere qualcosa di più su noi stessi e per fare qualcosa di nuovo e di prezioso per noi e i nostri cari.
Per questo propongo alle coppie un piccolo esercizio (va bene per chi è a distanza come per chi è fin troppo vicino): ognuno si prenda del tempo per pensare al proprio partner, quando riesce a ritagliarsi dello spazio di solitudine. Sarà un momento per pensare anche alla vostra relazione e per trovare una canzone che possa esprimere il sentimento che vi lega a lui/lei in questo momento. E poi ognuno potrà inventare un proprio modo per regalare questa canzone al partner, magari spiegando perché l’ha scelta. Sono certa che, se fatto con autenticità, in uno spazio di intimità rispettosa e profonda, possa diventare un momento prezioso, un ricordo da incorniciare, per rendere più belli questi giorni difficili. E per essere presenza significativa nella vita dell’altro.
NB: Quando le cose non vanno bene
Chiaramente fino a qui ho parlato di coppie senza grandi problemi. Laddove invece le difficoltà dovessero essere presenti in maniera significativa questa reclusione forzata non sarà affatto facile. Sarà necessario fare in modo di proteggersi da tutto ciò che può danneggiare il fisico e la mente, mettendo quanta più distanza possibile dal partner e chiedendo un aiuto psicologico per capire come gestire i giorni che ancora sono da trascorrere in casa (è possibile fare colloqui in modalità online in questa emergenza).
Ma se la situazione dovesse essere così grave da implicare anche violenze di vario tipo non bisogna esitare a chiamare il 1522 o contattare online D.i.re Donne in rete contro la violenza, perché l’incolumità è la prima necessità anche (e soprattutto) in questo periodo!
E se qualcuno sente rumori sospetti dagli appartamenti accanto al proprio, che si attivi per denunciare, perché spesso le vittime di violenza non possono chiedere aiuto: ognuno di noi può fare la sua parte.