Essere felici in due
Forse è superfluo ribadirlo, ma la premessa di ciò che sto per dire è che la coppia, quando è sana, rappresenta il luogo per eccellenza della condivisione. Ciò dovrebbe significare che, dal momento che la gioia è un’emozione da condividere (come ho scritto qui), la coppia è il posto migliore per vivere e moltiplicare la gioia di ogni partner.
Purtroppo l’esperienza ci dice che non sempre è così: nei casi migliori condividere quello che di bello ci accade con la persona amata è spontaneo, alcuni invece devono imparare nel tempo a fidarsi per poterlo fare, ma ci sono anche coppie in cui tale condivisione è davvero rara, specie quando si sta insieme da un po’.
Perché accade questo? I motivi possono essere tanti: proviamo ad esplorarne qualcuno.
Quando l’individualismo e l’abitudine diventano dei muri
Purtroppo siamo immersi in una società individualistica che rischia di farci perdere la bellezza del camminare con gli altri, anche all’interno del rapporto di coppia, allorquando il partner diventa mezzo per soddisfare qualche desiderio o realizzare alcuni sogni, ma non un compagno di viaggio.
A volte emerge addirittura la paura che il partner possa essere in qualche modo invidioso per la propria gioia o che possa sentirsi da meno se non la sperimenta in prima persona. Ma di solito questa visione individualistica della vita porta uno o entrambi i partner a tenere per sé ciò che di bello sta vivendo (al pari delle difficoltà e delle sfide che sta affrontando), come un fatto privato che non riguarda e non deve riguardare la persona amata. L’idea che soggiace ad un simile comportamento è che ognuno debba condurre la propria vita in maniera indipendente, per ritagliarsi poi degli spazi comuni in cui vivere qualcosa insieme, ma senza che questo spazio venga a contatto con gli altri campi della quotidianità di ciascuno.
Chiaramente il problema di chi intende in questo modo la coppia non riguarda solo la condivisione della gioia, ma se ci soffermiamo per un momento a guardare soltanto questo aspetto, risulta evidente come si possano creare due tipi di problemi. Il primo riguarda le singole persone che rischiano di impedirsi di sperimentare una gioia più profonda evitando di condividerla. Anche perché, per quanto sia possibile condividerla con altre persone (amici, colleghi, genitori…), verrebbe a mancare il supporto di quella che – in teoria – dovrebbe essere la più importante di tutte. Il secondo problema ha invece a che fare con la coppia, che si trova priva di un elemento fondamentale, che è proprio il sapere di poter condividere tutto con l’altro, l’impegno a renderlo parte attiva di ogni aspetto della propria vita, senza segreti o zone inaccessibili. In questo modo si impedisce anche alla gioia di uno di “contagiare” anche l’altro e ci si priva di occasioni per festeggiare insieme qualcosa di positivo che sta accadendo anche ad uno solo dei partner.
L’individualismo rischia di far perdere questi momenti magici, al pari dell’abitudine ad avere una certa persona accanto. Chiaramente il problema non deriva dal fatto che una coppia sia longeva, ma da come la longevità in in alcuni casi porti i partner a dare tutto per scontato, al punto da smettere di raccontarsi le cose che accadono – belle o brutte che siano – perché ritenuto inutile. evidentemente in una coppia che vive in questo modo, lo spazio per la gioia, che in qualche modo è uno sconvolgimento della routine, è davvero esiguo.
Eppure basterebbe davvero poco per darle modo di dare nuovo colore e nuovo calore al grigio di una relazione così tiepida.
Una gioia da coltivare
A volte, infatti, crediamo che la gioia sia un’emozione su cui abbiamo poco o scarso potere, che arriva da sola e che non possiamo “procurarci”, tanto nella vita individuale quanto in quella di coppia. E’ il ragionamento di chi si lascia andare alla corrente, senza remare nella direzione in cui in cuor suo desidera andare, di chi si accontenta delle cose come sono, di chi non si impegna per cambiarle, pur di non correre il rischio di affrontare un fallimento.
Eppure tanto come singoli individui che come membri di una coppia abbiamo il potere di creare occasioni di gioia e quello di coltivare la gioia che già è presente per far sì che cresca. Lo facciamo innanzitutto dandoci ci il permesso di condividerla quando c’è, ma non solo.
Quando amo qualcuno so come rendere felice quella persona, so come toccarle il cuore anche con un semplice gesto o con le parole giuste. O per meglio dire imparo pian piano nel tempo a farlo, proprio perché amo quella persona ( magari mi faccio aiutare proprio da lei a capire come parlare il suo linguaggio dell’amore: vedi qui per capire cosa intendo). E quando queste piccole occasioni per far felice l’altro sono costanti nel tempo e reciproche (questa caratteristica è fondamentale!) la gioia nella coppia aumenta e diventa contagiosa, diventa energia per affrontare gli inevitabili momenti difficili, a livello personale o relazionale.
La gioia può essere coltivata, inoltre, dando vita a situazioni in cui vivere insieme qualcosa che piace ad entrambi, come vivere insieme un hobby o semplicemente dedicandosi del tempo speciale, in cui tagliare fuori ciò che normalmente ostacola la condivisione e in cui esserci l’uno per l’altra, semplicemente ma autenticamente.
Un altro modo per dar vita alla gioia e portarla insieme al suo massimo sviluppo è condividere un progetto. La progettualità è un elemento spesso trascurato, eppure fondamentale in una coppia sana: non possiamo camminare mano nella mano senza sapere in che direzione andare! E per capire quanto avere un progetto dia energia e vitalità ad un rapporto a due basta pensare alle coppie in attesa di un bambino, a quelle che stanno costruendo o ristrutturando la loro casa, a quelle che preparano il matrimonio… Avere un progetto comune salda il legame e crea uno spazio di condivisione naturale, in cui la gioia di uno è per forza di cose la gioia dell’altro.
Poi di sicuro ogni coppia ha il suo modo particolare ed unico di creare gioia, solo che di tanto in tanto bisogna ricordarsi di metterlo in pratica!
Insieme, nella gioia e nel dolore
Le parole del rito del matrimonio, le parole che gli innamorati si ripetono da secoli anche senza essere davanti ad un altare, ci lasciano intendere che stare insieme nella gioia sia facile, ma come abbiamo visto non sempre è così.
Forse perché dobbiamo smettere di sentirci in lotta con chiunque per un fantomatico – ed inesistente – primo posto. O forse perché dobbiamo cominciare a guardare a chi amiamo come al nostro più grande alleato verso il traguardo più importante, quello della realizzazione della nostra autentica identità. E se abbiamo scelto di vivere in coppia, nell’identità deve trovare posto anche questa parte della vita, con tutto ciò che la rende speciale, tra cui la possibilità di condividere gioie e dolori. Senza dare per scontato che le gioie vengano comprese anche se non se ne parla, senza credere che sia inutile parlarne, senza timore di ferire i sentimenti del partner.
Ma soprattutto senza dimenticarci che se vogliamo rendere gioiosa la vita a due dobbiamo riempirla di momenti speciali, da creare e vivere insieme.