Uniti sì, ma non troppo!
Ci sono coppie che appaiono molto unite, forse anche troppo.
Coppie in cui nessuno dei due è capace di staccarsi dall’altro, semplicemente perché senza l’altro non saprebbe affrontare tutti gli aspetti della vita. Sono coppie in cui ogni partner dipende dall’altro per “stare in piedi”.
La loro relazione è tossica, perché impedisce a ciascun partner di essere un individuo autonomo. In Analisi Transazionale il loro rapporto viene definito simbiosi.
Gli Stati dell’Io
Secondo la teoria analitico transazionale c’è una simbiosi quando due o più individui si comportano come se formassero un’unica persona. Per comprendere meglio cosa ciò significhi, è necessaria una premessa.
Ogni persona, sempre secondo l’Analisi Transazionale, vive dei momenti in cui agisce, pensa e prova emozioni come quando era un bambino/una bambina, ma anche momenti in cui agisce, pensa e prova emozioni in modi copiati dai propri genitori (o da altre persone che sono state figure genitoriali). Infine ciascuno vive situazioni in cui agisce, pensa e prova emozioni in risposta a quello che sta accadendo nel qui e ora, reagendo da adulto, nello specifico reagendo come quell’adulto che ciascuno è.
Questi tre modi diversi di stare nel mondo corrispondono ai tre Stati dell’Io, ossia a tre specifici insiemi di comportamenti, pensieri ed emozioni identificati con lo Stato dell’Io Bambino (B), lo Stato dell’Io Genitore (G) e lo Stato dell’Io Adulto (A).
Per muoverci nel mondo con una personalità sana ed equilibrata abbiamo bisogno di tutti e tre gli Stati dell’Io: l’Adulto ci aiuta a risolvere i problemi che affrontiamo nel qui e ora, il Genitore ci permette di adeguarci bene alla società grazie alle sue regole, mentre il Bambino ci consente di avere accesso alla spontaneità, alla creatività e all’intuito che avevamo da piccoli.
La simbiosi
Quando due persone sono in simbiosi si impediscono di utilizzare tutti i propri Stati dell’Io. Di solito uno dei partner utilizzerà lo Stato dell’Io Genitore ed Adulto, eliminando lo Stato dell’Io Bambino, mentre l’altro rimane nello Stato dell’Io Bambino, escludendo gli altri due. Potremmo dire quindi che in questo caso uno più uno fa sempre uno!
Può capitare di entrare temporaneamente in simbiosi con chiunque durante le nostre giornate, ma effetti ben più potenti si hanno quando la simbiosi è alla base delle relazioni di coppia.
Spesso, infatti, le coppie “tradizionali” sono coppie simbiotiche… ma non solo quelle!
Siamo infatti abituati a pensare a coppie “classiche” in cui l’uomo è l’elemento forte del rapporto, che non lascia trasparire nessuna emozione, prende tutte le decisioni necessarie e provvede alle esigenze economiche della famiglia. La donna, invece, si appoggia all’uomo, segue le sue decisioni e ha reazioni emotive intense che le impediscono di risolvere i problemi. In realtà oggi esistono anche situazioni ribaltate, in cui è la donna ad assumere il ruolo di Adulto e Genitore, mentre l’uomo resta nel suo Stato dell’Io Bambino, incapace di prendere decisioni da solo o di risolvere senza supporto esterno le emergenze quotidiane.
In entrambi i casi quello che succede è che un partner si rende impotente, mentre l’altro diventa insensibile, pur di rimanere legati. E si desidera rimanere legati, perché non appena la simbiosi viene creata coloro che ne fanno parte, essi si sentono a proprio agio, sentono di essere pienamente calati nel ruolo che ci si attende da loro. Ma non si accorgono del prezzo che stanno pagando: l’esclusione di intere parti di sé, di una buona fetta delle proprie risorse di adulti.
E questo dover svalutare alcune parti di sé porterà prima o poi a un risentimento, che genererà un allontanamento. O almeno un tentativo di allontanarsi da parte di uno dei partner. Ma l’altro di certo reagirà a questo tentativo, mosso dall’idea di non potercela fare da solo.
Difatti è proprio questa convinzione a tenere in piedi una relazione simbiotica e a darle stabilità: ognuno crede di aver bisogno dell’altro per essere completo. E vorrà fare di tutto per non perderlo.
A meno che entrambi non provino ad essere autonomi, ossia capaci di utilizzare tutte e i tre i propri Stati dell’Io senza svalutare nessuna parte di sé e della realtà.
Simbiosi di secondo ordine
Quella descritta fin’ora è una simbiosi di primo ordine, la quale spesso si poggia su una simbiosi di secondo ordine.
Per comprendere questo tipo di simbiosi bisogna prima dire che all’interno dello Stato dell’Io Bambino è rintracciabile una struttura di secondo ordine, caratterizzata dalla presenza di Genitore nel Bambino, Adulto nel Bambino e Bambino nel Bambino.
Infatti quando siamo piccoli abbiamo già uno Stato dell’Io Genitore, uno Adulto e uno Bambino, che poi confluiscono nello Stato dell’Io Bambino che presentiamo da adulti. Questi tre Stati corrispondono a esigenze e desideri (Bambino nel Bambino), fantasie sul modo migliore per realizzarli (Genitore nel Bambino) e capacità intuitive di problem-solving (Adulto nel Bambino).
La simbiosi di secondo ordine coinvolge questi tre Stati dell’Io all’interno del Bambino e spiega perché le simbiosi in generale siano così forti: questi legami patologici sembrano esaudire i bisogni più profondi dei due partner, quelli legati alle prime esperienze infantili e alle decisioni che in quelle circostanze i bambini (con le competenze allora possedute) hanno preso.
Ad esempio un uomo forte che sente il bisogno di controllare tutto (Adulto e Genitore), potrebbe avere più profondamente un elevato bisogno di affetto, contatto fisico e conforto nello Stato dell’Io Bambino nel Bambino. Mentre la sua partner apparentemente solo emotiva (Bambino) è in realtà una persona ben capace di prendersi cura di tale bisogno, perché da piccola ha deciso, dal suo Adulto nel Bambino e Genitore nel Bambino, di prendersi cura di sua madre, incapace di essere affettuosa.
I due partner quindi si scelgono in quanto complementari a questo secondo livello, perché l’uno soddisfa i bisogni dell’altro: in altre parole ogni simbiosi altro non è se non un tentativo di vedere esauditi bisogni legati allo sviluppo che non sono stati esauditi nell’infanzia. Di conseguenza le persone legate da una simbiosi non riescono a lasciarsi perché in qualche modo tale separazione sarebbe mortale: nel nostro esempio l’uomo non avrebbe le carezze di cui necessita e la donna sarebbe priva di qualcuno di cui prendersi cura.
Simbiosi sane
Logicamente esistono anche simbiosi sane: ad esempio il rapporto tra un neonato e i suoi genitori è simbiotico, ma è giusto che sia così. In questo caso c’è una dipendenza assolutamente normale.
Come è normale che in alcuni casi un partner si prenda cura dell’altro, ad esempio durante un periodo di malattia. Fintanto che non c’è una svalutazione di uno o più Stati dell’Io, non c’è simbiosi patologica.
I casi in cui bisogna allarmarsi sono quelli in cui si pensa di non poter vivere senza il partner o di non valere nulla lontano da lui/lei: significa che non ci sentiamo autonomi e che stiamo escludendo parti di noi fondamentali. Ma se nella coppia ciascuno sa camminare sulle proprie gambe, allora vuol dire che la coppia è sana.
E nella tua coppia come vanno le cose?